Storia

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Cenni storici sulla Maratona
L'idea di organizzare la gara venne a Michel Bréal, che voleva inserire l'evento nel programma della prima Olimpiade moderna, svoltasi ad Atene nel 1896. Questa idea venne fortemente appoggiata da Pierre de Coubertin, il fondatore dei moderni Giochi Olimpici, così come dai greci. Questi ultimi organizzarono una gara di selezione per la maratona olimpica, che venne vinta da Charilaos Vasilakos con il tempo di 3 ore e 18 minuti. Spiridon Louis giunse quinto in questa gara, ma vinse quella olimpica con il tempo di 2 ore, 58 minuti e 50 secondi, comprensivi di una pausa per bere un bicchiere di vino in un'osteria lungo il tragitto. La gara olimpica della maratona ha spesso conosciuto momenti drammatici o altamente significativi. È rimasta celebre la gara del 1908, quando l'italiano Dorando Pietri giunse primo in prossimità del traguardo ma collassò a terra poco prima di raggiungere la linea di arrivo. Sostenuto da un giudice, venne successivamente squalificato, lasciando così la vittoria all'americano Hayes.


La gara del 1912, in occasione dei successivi giochi di Stoccolma, fu addirittura più drammatica: a causa del forte caldo, inusuale per la Svezia, nonché per la proibizione assoluta di fornire, come invece si fa oggi, beveraggi ai concorrenti, molti di loro ebbero malori ed addirittura il portoghese Francisco Lazaro morì in seguito alla disidratazione ed al colpo di calore; legato a questa maratona c'è anche uno degli episodi più curiosi dell'intera storia della disciplina, quello del giapponese Shizo Kanakuri e del suo "straordinario" tempo finale di 54 anni, 8 mesi, 6 giorni, 5 ore, 32 minuti e 23 secondi! L'atleta nipponico, accreditato della migliore prestazione mondiale di 2 ore 32 minuti e 45 secondi, era fra i favoriti (la gara sarà vinta con un tempo di oltre quattro minuti superiore); al 30° chilometro però il caldo e l'arsura, uniti all'invito di uno spettatore perché si rinfrescasse con una bibita all'interno della sua casa, fecero sì che succedesse l'irreparabile: Shizo Kanakuri si sedette nel soggiorno dell'ospitale casa svedese e si addormentò; si svegliò dopo molte ore e, per la vergogna, non si fece trovare (tornerà in patria con mezzi di fortuna): fu praticamente dato per disperso dagli organizzatori ed il suo nome non figurò fra gli arrivati, né fra i ritirati. Fu "ritrovato" da un giornalista svedese nel 1962 in occasione del cinquantenario dei giochi di Stoccolma e, cinque anni dopo, gli fu data la staordinaria possibilità di riprendere la "sua" maratona olimpica da dove l'aveva interrotta e di concluderla, finalmente, col tempo che si è detto! Restando ai campioni giapponesi, celebre rimane la vittoria di Son Kee-chung nelle Olimpiadi di Berlino del 1936. Son correva per il Giappone ma era in realtà coreano, dato che a quell'epoca la sua patria era occupata dall'Impero nipponico. In quell'occasione un altro coreano (Nam Sung-young) giunse al terzo posto. Son Kee-chung sarebbe stato, 52 anni dopo in occasione dei giochi della XXIV Olimpiade di Seoul, il tedoforo che avrebbe portato la fiaccola all'interno dello stadio olimpico. Le Olimpiadi di Roma nel 1960 furono invece vinte dall'etiope Abebe Bikila, precursore di un'imbattile schiera di fondisti africani, che percorse i 42,195 chilometri in mezzo alle antichità di Roma a piedi scalzi. Bikila si ripeté nel 1964 a Tokyo, uno dei pochi maratoneti a vincere due volte la distanza. L'altro fu Waldemar Cierpinski, Germania Est, nel 1976 e nel 1980. Drammatica anche la conclusione della maratona olimpica di Atene, con il brasiliano Vanderlei Da Lima in testa da circa metà gara. Inseguito dall'italiano Stefano Baldini, che poi vinse, mentre aveva ancora un buon vantaggio, anche se inesorabilmente in diminuizione, Da Lima venne spintonato da un folle, perdendo così preziosi secondi e finendo terzo in classifica dopo Baldini e l'americano Keflezighi. La maratona femminile si corre alle Olimpiadi dal 1984, quando vinse l'americana Benoit. Accanto alle grandi competizioni internazionali (Olimpiadi, campionati mondiali ed europei), la maratona vive le sue prove più emozionanti nelle prove su strada, che si tengono a Boston (la più antica al mondo dopo quella di Atene, dato che si tiene dal 1897), a New York (considerata la più bella al mondo per l'incredibile partecipazione popolare e la maggiore per il numero di atleti all'arrivo, 37.954 nel 2006), a Londra (velocissima, terza maratona mondiale dopo New York e Chicago con 32.974 arrivati), a Berlino (percorso velocissimo, sede dell'attuale record del mondo). Roma è la principale maratona italiana con 10.034 arrivati nel 2006 (15° al mondo) seguita da quella di Firenze (6.285 arrivati nell'edizione 2007). Il movimento della maratona è in crescita in tutto il mondo e si sta ampliando anche a paesi poco interessati dalla pratica atletica (come il sudest asiatico) o dalle condizioni meteo proibitive (Maratona dell'Antartide, Maratona delle Sabbie nel deserto tunisino).

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